Tra le visioni urbane: le città uniche di Petrus e Pignatelli.

Nel vasto panorama dell’arte, l’esplorazione dell’architettura urbana si manifesta in modo distintivo attraverso le opere di due pittori contemporanei: Marco Petrus e Luca Pignatelli. 

 

Entrambi, pur partendo da contesti e approcci diversi, convergono in un’analisi profonda e intima della città, trasformandola in un linguaggio artistico che si evolve sulla tela assumendo forme uniche e straordinarie.

Marco Petrus, figlio d’arte, emerge dalla sua Milano adottiva con un’esplorazione iniziale caratterizzata da un segno marcato, testimonianza della sua formazione come incisore. Tuttavia, nel corso del tempo, assistiamo a una metamorfosi, in cui il suo lavoro si evolve in una composizione più lineare e rigorosa, con colori definiti e campiture piatte. Le sue opere uniscono arte ed architettura e si traducono in rappresentazioni urbane che si trasformano in puri giochi di stilizzazioni astratte. L’artista sembra congelare la forma stessa del paesaggio urbano, trasformandolo in una serie di elementi come linee, segni e tasselli colorati e la città, nelle sue opere, diventa un palcoscenico di geometrie astratte, una riflessione sul concetto di immobilità quasi metafisica dell’architettura.

Luca Pignatelli, nato e cresciuto in una casa-atelier intrisa di creatività grazie all’arte del padre Ercole, ha intrapreso un percorso artistico altrettanto affascinante. I suoi studi di architettura al Politecnico di Milano forniscono delle fondamenta solide per la sua futura ricerca e sono la base della sua pittura, che crea un dialogo unico con il tempo. La città, nella visione di Pignatelli, è un collage temporale di suggestioni provenienti da differenti epoche, che sembrano riportarci con un colpo d’occhio all’epoca della Rivoluzione Industriale.

In confronto, la visione di Petrus sembra congelare il movimento, catturando l’essenza immobile dell’architettura e contrapponendola a blocchi di colore vibranti, mentre Pignatelli crea un’opera viva, dalle cromie più cupe, da cui però emerge tutto il movimento e la vita di una città in continua evoluzione.

Tutti e due gli artisti, con le loro uniche prospettive, ci guidano attraverso un viaggio straordinario nelle città che prendono vita nella loro immaginazione, trasformando l’architettura in una forma d’arte viva e mutevole sulla tela.

Luigino De Martinis

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